Il primo è legato al progetto originario La Fattoria sociale nel Parco dell’Appia Antica” in questa direzione Esperantia ha raggiunto un accordo con il Comitato per il partco della Caffarella per la costituzione di una Cooperativa Sociale di tipo di tipo B.
il secondo è legato alla costituzione di un consorzio con l’ITAS G.Garibaldi e con l’Università di Roma ”Sapienza” per la gestione della fattoria sociale G.Garibaldi” nella quale è incluso il progetto della “Casa delle Autonomie”.
La fattoria sociale nel Parco dell’Appia
"I pomodori nascono belli e se ne fregano che a piantarli sia un contadino o un ragazzino autistico!"
La realizzazione di una Fattoria Sociale nasce come esigenza di un Centro d'iniziative
dell’Esperantia, dove i nostri bambini/ragazzi possano sentirsi liberi di apprendere le basi
della loro autonomia in spazi aperti, in ambienti liberi dove ogni cosa che si impara sia
finalizzata alla produzione, in modo da poter costituire, in prospettiva futura, una vera e
propria attitività lavorativa.
Le Fattorie del sociale: un nuovo modello di welfare
Una realtà pensata con questi intenti non nascerebbe come ambiente chiuso agli altri, ma
come uno spazio a carattere socio-culturale dove far approdare tutti coloro che vogliono
mettere a disposizione le loro arti e le proprie ricchezze culturali, sociali, musicali, agricole
per mettersi in gioco a favore dei bambini, tutti.
L’idea di utilizzare uno spazio urbano per la Fattoria sociale nasce dal desiderio di creare
questo spazio nei luoghi dove i nostri figli sono cresciuti con i loro compagni di classe, di
parrocchia, di vicinato e soprattutto dal non voler costituire l’ennesima “isola periferica”.
TI P’ORTO L’ORTO
L’autismo,l’orto dei semplici e l’orto capovolto.
Una diagnosi che spesso tarda ad arrivare e quando arriva ti ritrovi di fronte alla inconsistenza dell’azione terapeutica ed abilitativa.
E’ così che l’autismo diventa una emergenza sociale, è così che dagli inconsistenti servizi di NPI si passa nei giovani adulti agli inconsistenti servizi handicap adulti delle asl .
Le mamme, i papà, i fratelli, i nonni, gli zii, lasciati soli davanti a questo dramma che sconvolgerà le loro vite.
Arrivi ai 18 anni sperimentando tutta la gamma delle illusioni a partire dalla convinzione più intima quella che “mio figlio è diverso dagli altri e che guarirà”.
I nostri figli non guariscono e nessuno si prende cura di loro questa è la verità.
La palla passa ai genitori che hanno il dovere di progettare il loro futuro.
Genitori che progettano il futuro dei propri figli, è tutto già scritto nella consuetudine e nel ruolo genitoriale, lo diventa ancora di più quando il figlio è disabile mentale.
Genitori che non possono progettare il futuro dei propri figli, di conseguenza ci si ritrova iscritti alla corte delle assistenze e delle terapie.
Esperantia un giorno decide di ingranare una marcia diversa. Intanto rivendicare il ruolo di genitori attivi sul male ed esperti del male delle proprie creature.
Succede quando questi figli raggiungono la maggiore età. Ed il loro destino è segnato dai laboratori e dalle attività proposte da un sistema di welfare fatto di teatro, cavallo, escursioni, assistenze domiciliari spesso tutto triste e tutto scadente, insomma mere attività occupazionali, aspettando che il tempo faccia il suo tempo e che quindi i ragazzi si facciano adulti e poi anziani e poi.
Che le istituzioni ci aiutino a definire un futuro da produttori ortofrutticoli ed allevatori di piccoli e grandi animali, è li che si batte un ritmo in sintonia con la natura con la nostra sofferenza e li che tutto si placa e sui cura.